Riflessioni Sulla Fiat 130
Il primo prototipo FIAT 130, costruito nella primavera del 1967 e quindi all’epoca dei primissimi coupé FIAT Dino, utilizzava un motore 6V di 60°, disegnato dall’ing. Aurelio Lampredi, che fu probabilmente giudicato insufficiente rispetto alle dimensioni ed al peso della vettura. Portato da 92 a 96 e poi 102 mm di alesaggio, il blocco in ghisa di acciaio passò quindi da 2632 cc del prototipo del 1967 a 2866 cc della prima serie, per finire ai 3235 cc del motore 130 B del 1971.
Pur essendo di concezione fondamentalmente diversa, il 6V 130 ed il Dino hanno in comune qualche carattere generale, utilizzano infatti alcuni pezzi di precisione che si trovano anche in altri motori costruiti a Torino nel corso di questi due decenni (il 124 e il 128 per esempio) per evidenti ragioni di economia e uniformità.
La distribuzione del 130 impiega punterie e sistema di regolazione con spessori calibrati assolutamente identici per forma e dimensioni a quelli del Dino 2000 e 2400.
I blocchi sono invece differenti per fusione e disegno, avendo ciascuno caratteristiche diverse.
La circolazione del liquido di raffreddamento nel 6V 130 a livello sia del blocco che delle testate è stata notevolmente migliorata. Le prove per la messa a punto del 6 cilindri 130 hanno d’altra parte permesso di fare alcune utili constatazioni: alcune qualità riconosciute al blocco in ghisa d’acciaio hanno forse indotto i tecnici a preferire questo materiale all’alluminio per la costruzione del 6V Dino 2400. L’acciaio assicurava una maggiore rigidità e silenziosità, dote questa non trascurabile per la comodità dell’utente.
La disposizione delle testate rispetto al blocco e altri particolari presenti nel disegno della parte anteriore di quest’ultimo, fanno pensare che inizialmente fosse prevista una distribuzione mossa dalle classiche catene, mentre Lampredi avrebbe optato poi per le cinghie dentate, più sicure, moderne, silenziose e facili da sostituire.
I modelli 3200 offrivano in opzione un sistema di accensione elettronica simile a quello delle FIAT Dino. L’ultimo miglioramento introdotto nel motore 130 è un limitatore di regime che, a 6400 giri/min interrompe momentaneamente l’accensione per evitare il fuorigiri dispositivo che non era presente nei motori Dino.Tutto questo per dire che in FIAT hanno dovuto creare un nuovo propulsore che potesse equipaggiare la nuova ammiraglia.
Il motore Dino non era adatto a garantire lunghe percorrenze senza dare all’utente possibili noie di carburazione, non poteva essere accoppiato ad una trasmissione automatica e non dava la souplesse di guida richiesto alla nuova gran turismo italiana, ma era ottimo per le vetture sportive: Fiat Dino, Lancia Stratos e 246.
Confrontando le prestazioni dei motori:
- Dino V6 2419 potenza 180 CV a 6600 g/m coppia max 22 kgm a 4600 g/m
- 130 V6 3235 potenza 167 CV a 5600 g/m coppia max 25,5 kgm a 3400 g/m
Si comprende quindi che il motore di maggiore cilindrata alimentato da un carburatore doppio corpo ha una potenza leggermente inferiore ma una coppia maggiore e ad un minor numero di giri.
Spesso quando si parla della 130 il primo aspetto messo in risalto è quello dei consumi, ma confrontandoli con quelli della Dino:
- 130 Coupé manuale consumi litri/100 Km 14,7 massa Kg 1555
- 130 Coupé automatica consumi litri/100 Km 15,1 massa Kg 1600
- 130 Berlina manuale consumi litri/100 Km 14,5 massa Kg 1570
- 130 Berlina automatica consumi litri/100 Km 15,2 massa Kg 1615
- Dino Coupé consumi litri/100 Km 15 massa Kg 1400
- Dino Spider consumi litri/100 Km 15,8 massa Kg 1240
Il serbatoio carburante per le 130 era di 80 litri mentre per le Dino di 70 litri; con il prezzo della benzina di allora attualizzato in 1,20 Euro di oggi, naturalmente fino al 1973 (anno della crisi energetica), il problema maggiore per il guidatore era quello di fermarsi a fare carburante.
Considerando quindi la massa delle vetture in esame non risulta essere sproporzionato il consumo delle 130.
Nel listino FIAT degli anni sessanta e settanta, erano presenti una varietà incredibile di modelli dalle utilitarie, berline, familiari, convertibili, sportive e fuoristrada.
Quando nel 1971 venne presentata la 130 Coupé fece scalpore per le linee tese e le dimensioni che per una vettura italiana erano insolite.
La Mercedes 350 slc in confronto sembrava appartenere ad altra epoca. Il costruttore tedesco solo una decina di anni più tardi con la splendida W126 coupé si è riscattato creando una vettura dalla linea sensazionale. A mio avviso le similitudini con la 130 Coupé sono notevoli.
Le dimensioni per l’italiana: 4,84 lunghezza, 1,76 larghezza, 1,38 altezza e passo 2,72
Le dimensioni della tedesca: 4,91 lunghezza, 1,82 larghezza, 1,40 altezza e passo 2,85
I valori del CX per la 130: 0,36 e per la W126 coupé: 0,34
A mio avviso la giusta sigla sarebbe dovuta essere W130 quel 126 stona parecchio per noi italiani.