Fiat 130: Versioni Speciali

Sulla base della Coupé

FIAT 130 OPERA

Prototipo in esemplare unico proposto da Pininfarina nel 1974. Si tratta della versione coupè della Fiat 130, ma dotata di quattro porte. E’ appartenuta alla collezione Pininfarina per diversi anni, attualmente è di proprietà di un collezionista italiano

FIAT 130 MAREMMA

Shooting-brake prodotto da Pininfarina nel 1974. Si tratta della coupè in versione “sport wagon” tre porte. Era stata ideata per Gianni Agnelli che ne fu il primo intestatario, attualmente appartiene ad un membro della medesima famiglia.

FIAT 130 PAVESI

Serie esclusiva e limitata di coupè prodotta dalla carrozzeria Pavesi. Si differenziava dalle vetture di serie per il padiglione rivestito in vinile, per la gamma colori specifica e per i tessuti degli interni (pelle o alcantara). Il numero di esemplari costruiti è imprecisato.

FIAT 130 BLINDATA

Modificato da carrozzerie specializzate in queste lavorazioni, questa versione era dotata di vetri antiproiettile, pneumatici anti foratura (Pirelli), sistema anti incendio chiusure porte di sicurezza, sirena e microfono per parlare con l’esterno. Spesso omologate per 3 persone per compensare il peso della blindatura con il peso a pieno carico. Questo tipo di vettura veniva prodotto su richiesta per i facoltosi clienti dell’epoca.

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Sulla base della Berlina

FIAT 130 FAMILIARE

Familiare 5 porte proposta dal Centro Stile Fiat a Giovanni ed Umberto Agnelli come mezzo di trasporto personale. Basata sulla carrozzeria della 130 berlina 3200 (di cui manteneva la meccanica) veniva costruita da Introzzi di Lipomo (Co). Tre esemplari costruiti, quella per Giovanni Agnelli era caratterizzata dal grande cesto in vimini fissato sul portapacchi e dai pannelli in legno posti sulle fiancate e sul portellone posteriore.

FIAT 130 AMBUBLANZA

Familiare 2800 e 3200 trasformato in autoambulanza dalla carrozzeria Grazia di Bologna. risulta impossibile censire il numero di vetture prodotte, ma tutte presentano numeri di telaio estremamente bassi.

FIAT 130 AUTOFUNEBRE

Familiare 2800 e 3200 con sbalzo posteriore allungato prodotto da tanti carrozzieri tra i quali: Grazia di Bologna e Pilato di Ponte della Priula che le personalizzavano con vari accessori come il tetto rialzato, vetri serigrafati e cromature in abbondanza.

FIAT 130 CONVERTIBILE

Prodotto in esemplare unico da un concessionario Fiat italiano per il parco macchine del vaticano, venne usato infine comperato da un collezionista tedesco. Non presenta modifiche meccaniche (3200 cc) o rinforzi strutturali. l’andamento di porte e finestrini laterali non è stato modificato.

FIAT 130 BLINDATA

Modificato dalla Fiat stessa, questa versione era dotata di vetri antiproiettile, pneumatici anti foratura (Pirelli), sistema anti incendio chiusure porte di sicurezza, sirena e microfono per parlare con l’esterno. Spesso omologate per 3 persone per compensare il peso della blindatura con il peso a pieno carico. Questo tipo di vettura veniva prodotto su richiesta per i vertici dello Stato italiano e per i grandi industriali dell’epoca. Aldo Moro al momento dell’attentato in via Fani disponeva di una Fiat 130 berlina 3200 standard. Attualmente un esemplare appartiene ad un socio del club.

FIAT 130 PAPA MOBILE

Abarth 030 e 031

Il motore della 130, eccezionalmente compatto per la sua cilindrata, grazie alle valvole disposte in linea fu provato due volte in gara.
L’Abarth, diretta da Lampredi dal settembre 1973, preparò infatti un prototipo a motore centrale-posteriore di 3500 cc di cilindrata, basato su uno studio areodinamico della Pinifarina, che era un ibrido estrapolato dalla X1/9, da cui sarebbe poi nata la Lancia Beta Montecarlo.
Affidato all’eccellente equipaggio Giorgio Pianta e Christine Beckers, la 030 giunse seconda al Giro d’Italia dell’ottobre 1974.

Esattamente un anno dopo, e sempre in occasione del Giro d’Italia, lo stesso motore, che aveva conservato le testate originali, alimentato da 3 carburatori Weber doppio corpo con 250 CV, ritornava in pista nel cofano di una rispettabile berlina familiare 131 Mirafiori, profondamente modificata stilisticamente da Bertone per l’occasione e designata con il numero di codice 031. Sebbene di aspetto molto insolito causa dei radiatori dell’acqua posti all’esterno della carrozzeria, che mai avrebbe potuto accoglierli davanti a tanto grande motore, e dall’impressionante alettone aerodinamico posto sopra il bagagliaio, la vettura riuscì a dare una dimostrazione spettacolare, prendendo persino la testa della corsa.

Questa prova avrebbe avuto notevoli conseguenze, poiché la direzione della FIAT decise allora di far correre ufficialmente alcune 131 Abarth con motore 4 cilindri e speciali testate a 16 valvole, riuscirono a vincere il Campionato del Mondo rally nel 1977.

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