Paolo Martin: L’autore della Fiat 130

“Siamo nel 1969, lo studio di questa automobile è stato alquanto difficile per due motivi principali rappresentati; uno, dall’archetipo preesistente del Coupé 2300 Ghia di un decennio prima ma comunque l’unico riferimento in fatto di tipologia di vettura e l’altro il condizionamento dato da Fiat imponendo di non modificare la posizione del radiatore che stabiliva quindi l’altezza massima del cofano anteriore condizionando le proporzioni complessive. I primi schizzi erano abbastanza sinuosi nella fiancata per cercare di ridurre i volumi ma un po per volta si è arrivati ad una linea rigorosa, tesa e molto classica.”

“Evidente è la similitudine di linee con la RR Camargue, pur essendo di categorie molto diverse, ma non vi è nessun condizionamento o relazione.
Molta cura è stata posta nello studio dell’interno, i sedili molto ricchi in velluto resistente all’usura (derivato da campionario delle F.S.-Ferovie dello Stato Italiano), la strumentazione abbastanza ricercata e la grande novità dell’autoradio integrato, come stile, alla grafica degli strumenti.
L’Autoradio costruito dall’Autovox uscì a breve con un modello di apparecchio rispecchiante quel design denominato Linea Azzurra.”

“Purtroppo, anche complice la crisi petrolifera del 1973 ed il consumo elevatissimo di quel modello, la produzione di quest’auto iniziata nel 1971 durò fino al 1977 con 4491 esemplari. Nonostante le molte richieste, specialmente di adattamento meccanico con prestazioni migliorate non considerate.
La stampa specializzata ha definito questo modello come il più bel Coupé Fiat del decennio ma probabilmente per motivazioni di investimento o di inadeguatezza nel competere con Mercedes, Jaguar e BMW, cessò la produzione.
Ora nel rivedere questo modello sorgono i ricordi di un epoca in cui i sogni divenivano realtà ed erano il frutto di emozioni e non di direttive di Marketing.”

P.MARTIN

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